Emergono sintomi inquietanti, la scoperta di una cura è ancora lontana: ecco la febbre del Nilo e come proteggerti da questa minaccia.
La Lombardia segna un triste traguardo: la prima morte in Italia per febbre del Nilo. Nonostante non sia considerata un’emergenza sanitaria, la sua diffusione preoccupa gli esperti di salute pubblica. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) segnala un aumento dei casi nelle regioni italiane: 27 province e 6 regioni, tra cui Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna, sono coinvolte. Dal maggio 2023, 6 casi di infezione umana sono stati confermati in Italia, di cui 3 nella forma neuro-invasiva.
L’ISS sottolinea che la situazione è critica in quanto la stagione di trasmissione di malattie veicolate da insetti ha avuto un inizio precoce in Italia. Il virus West Nile è stato rilevato in zanzare e uccelli già a maggio, spingendo a una rapida attivazione delle misure preventive. Anche l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) ha lanciato un allarme sulle zanzare invasive e i relativi rischi per la salute.
Febbre del Nilo: un nemico subdolo
La febbre del Nilo, causata dal virus West Nile, ha una diffusione mondiale. È contratta principalmente tramite la puntura di zanzare infette, ma può essere trasmessa anche attraverso trapianti di organi, trasfusioni di sangue e trasmissione madre-feto. La trasmissione tra esseri umani non avviene tramite contatto diretto con le persone infette.
Sintomi e diagnosi: cosa occorre sapere
La malattia è spesso asintomatica o presenta sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati e eruzioni cutanee. Tuttavia, in rare circostanze, può manifestarsi in forma grave, causando sintomi neurologici severi come disorientamento, tremori, convulsioni e persino coma.
La diagnosi si basa principalmente su un test di laboratorio (ELISA o Immunofluorescenza) effettuato su campioni di sangue e, se necessario, sul fluido cerebrospinale.
Trattamento e prevenzione: come agire
Non esistendo una terapia specifica, il trattamento della Febbre del Nilo si limita principalmente al controllo dei sintomi. Nei casi gravi, può essere necessario il ricovero in ospedale con somministrazione di fluidi intravenosi e assistenza respiratoria.
Al momento, l’unico metodo di prevenzione è la riduzione dell’esposizione alle punture di zanzare. L’ISS suggerisce l’utilizzo di repellenti, il vestirsi con abiti lunghi, l’uso di zanzariere alle finestre e l’eliminazione di possibili siti di riproduzione delle zanzare, come l’acqua stagnante nei vasi o nelle ciotole degli animali.